Affinché la trasformazione digitale e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale abbia successo, ogni azienda deve comprendere i problemi che intende risolvere, riprogrammando la propria organizzazione per l’innovazione continua e non partire in alcun modo dalla tecnologia e dagli strumenti. Emerge ormai da tempo che ogni qual volta che si progetta, attiva e implementa una tecnologia, emerga un effetto secondario da qualche parte nel sistema che impedirà di catturarne appieno il valore.
Rewired traduce così le lezioni faticosamente acquisite negli ultimi sei anni da McKinsey & Company, chiarendo non solo il ruolo della tecnologia ma come applicarla per ottenere il massimo vantaggio competitivo.
Gli autori presentano un manuale estremamente dettagliato e chiaro su “come fare”, illustrando ciò che serve per sviluppare le capacità necessarie a creare continuamente esperienze cliente ad alta qualità, riducendo costi e creando valore. Si parte dal fornire una “Unified Field Theory” per aiutare le aziende a passare da progetti digitali sconnessi ad una vera impresa digitale end-to-end, non eliminando la complessità ma rendendola più facilmente navigabile.
Quello che emerge sottilmente dall’edizione è come il livello di trasformazione digitale a IA raggiunto sia legato strettamente al miglioramento delle prestazioni operative e finanziarie di ogni azienda.
Gli autori sono chiari, i risultati è possibile raggiungerli solo quando: si crea una roadmap di trasformazione ambiziosa e mirata, si costruisce un team di talenti digitali di qualità, si attiva un modello operativo agile e decentralizzato, oppure si utilizza una moderna architettura dei dati che consente a diverse parti dell’organizzazione di utilizzarli facilmente e ovviamente una gestione del cambiamento per garantire che le soluzioni digitali vengono adottate e possano essere scalate rendendole facili da usare.
Da qui la comprensione di come la capacità più differenziante sia il talento e il modello operativo agile, non la tecnologia.