Daniel Casarin – Imprenditore ed analista indipendente, si dedica al mondo della comunicazione, del marketing, del business design e della trasformazione digitale.
Dopo anni caratterizzati da pesanti influenze straniere e da un declino dell’autorità statale nei settori chiave, è innegabile il panorama italiano: siamo in caduta libera quanto nessun altro popolo civile. Tutto questo senza renderci conto che ogni nuova epoca storica impone una differente ampiezza di confini e di spazi vitali, tra affermazioni di minoranze lobbistiche e l’aggressione di corporazioni all’economia.
In questo scenario ritroviamo gli imprenditori italiani, penalizzati e limitati dal sistema finanziario e da una politica incerta e incapace. Questo ha portato a un approccio più cauto nell’investimento, con una tendenza a cercare sicurezze finanziarie sia a livello nazionale che europeo. Un approccio completamente ignoto altrove.
In questo contesto, emerge chiaramente la necessità di un cambiamento e di un nuovo approccio per stimolare la crescita e l’innovazione in un’epoca di continua trasformazione digitale. Epoca che ha drasticamente ridotto la durata della vita utile delle competenze, che ora è meno di cinque anni per la maggior parte dei settori, e persino di due anni e mezzo in ambiti tecnologici. Questo scenario implica che per milioni di lavoratori, un semplice aggiornamento delle competenze non basta.
Idee, movimento, futuro
Le tecnologie emergenti non solo automatizzano attività ripetitive e manuali, ma stanno anche iniziando a svolgere lavori complessi basati sulla conoscenza, come la ricerca, la programmazione e la redazione di testi. Questo pone sfide senza precedenti in campi che una volta sembravano immuni a tali cambiamenti.
Per rispondere a queste evoluzioni, numerose organizzazioni, principalmente corporazioni, stanno investendo massicciamente nel potenziamento delle competenze dei propri dipendenti, creando grande gap con le PMI. E non dimentichiamolo: nei prossimi decenni, la riqualificazione completa di milioni di lavoratori diventerà una necessità, rappresentando una sfida sociale di enorme portata.
Lead nurturing B2B: l’arte di coltivare relazioni vincenti nel 2025
Alcune aziende sono riuscite ad intraprendere passi significativi in questa direzione. Tuttavia, questi sforzi incontrano ostacoli, principalmente la difficoltà nel misurare e valutare l’efficacia delle azioni intraprese, e la mancanza di dati su come espandere e ottimizzare i programmi di formazione e riqualificazione. Per stare al passo con i rapidi cambiamenti tecnologici, è cruciale sviluppare approcci che permettano un apprendimento sistematico, organico, rigoroso e sperimentale a lungo termine. Solo così la rivoluzione del “reskilling” potrà decollare con successo.
I programmi di formazione richiedono un significativo investimento: tempo da parte dei partecipanti e risorse economiche da parte delle imprese. La gestione di questi programmi sarà sempre più legata alla capacità di gestire i rischi ad essi connessi in modo proattivo, per garantire un apprendimento efficace e sostenibile, e pesandone il potenziale costo collaterale: sempre più elevato ogni giorno che passa.