Roberto Siconolfi – classe ’83, campano, sociologo, saggista, mediologo.
Gli scenari internazionali ci proiettano sempre più in una lotta tra varie potenze. Questa lotta comprende ovviamente anche le nuove tecnologie.
Per di più, l’impero del web, un impero a sé stante, a-spaziale, a-geografico, si erge in questo scontro tra potenze, integrando e alleando la sua dimensione a quella politica, come nel duo Musk-Trump.
Ma questo scenario, è uno scenario che non riguarda solo il web e solo gli USA. Gli sviluppi e le ricerche delle nuove tecnologie, infatti, sono uno dei focus principali di tutti gli attori politici internazionali.
Pensiamo alla Russia, con uscite specifiche del presidente Putin sulla IA, o alla Cina, con ricerche apposite sulle Brain Computer Interface (BCI), e l’accaparramento delle infrastrutture tecnologiche.
In quest’articolo parleremo di:
Nuove tecnologie, gli USA e l’impero del web
Il campo di battaglia mondiale, delle potenze mondiali, degli imperi, del XXI secolo, non può fare a meno di comprendere la lotta per le nuove tecnologie .
Del resto, l’intreccio tra potere politico e imperiale e rivoluzioni tecniche e industriali, oltre che scientifiche, è sempre stato presente nell’evoluzione storica, in particolare a partire dall’era moderna.
Ma il mondo contemporaneo offre una particolarità: la pervasività della struttura tecnologico-digitale. Pervasività che ci fa parlare a tutta ragione di un impero del web.
Un impero non-locale, a-geografico, fatto di silicio e cyberspazio , detenente una sua struttura economica e legislativa, che elude, spesso, quelle degli Stati nazionali e che è co-presente con tutte le altre realtà politiche statali e, possiamo dire, imperiali, mondiali.
Tuttavia, volendo identificare una sede geografico-politica, da dove tutto si dipana, non possiamo non menzionare gli USA, in particolar modo la Silicon Valley, in California.
La Silicon Valley, il centro, il santuario, l’Agartha, dell’impero del web , potremmo dire, utilizzando un linguaggio esoterico, nasce con la commistione dei poteri militari, economici e politici americani.
Ma tale centro industriale diviene presto il casello di un’“autostrada dell’informazione ” (Al Gore), il fulcro del dominio del cyberspazio, e della relativa costruzione politico-legislativa ed economica.
Le nuove tecnologie e gli USA, prima e dopo Trump
La rivoluzione tecnologico-digitale targata Silicon Valley ha anche un suo credo sub-culturale, se non ideologico, con pratiche e parole d’ordine che miscelano elementi di capitalismo da nerd, con elementi socialisteggianti, da uso gratuito, economia circolare e baratto, e ambientalisti, il famoso green e la transizione digitale.
Un credo e delle parole d’ordine che vanno molto d’accordo con l’ideologia delle élite liberal americane e occidentali, come abbiamo visto e vediamo tutt’ora, anche nei provvedimenti politici negli USA e nella UE.
Tuttavia, prima con Thiel, poi con Musk , certi equilibri iniziano a spostarsi, e l’evoluzione della carriera del magnate di Starlink, Tesla e Neuralink è esemplificativa proprio perché passa da posizioni sostanzialmente a-politiche e formalmente in linea con la Valley, ad una alleanza con Donald Trump.
I motivi: interessi economici (ottenere più deregulation per le sue aziende), questioni private (il traviamento del figlio transgender dall’ideologia woke e liberal ), idee politiche (l’approccio anarco-capitalista e populista che lo avvicina al trumpismo).
Certo è che con ciò si realizza un nuovo assetto e un riorientamento del campo delle nuove tecnologie.
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Nuove tecnologie e la Cina
Ancora, in uno schema geopolitico alternativo al polo occidentale vi è la Cina , quello che è uno dei massimi vettori dell’innovazione tecnologica, desideroso di giungere ad una piena autosufficienza tecnologica (discorso di Xi Jinping al XX congresso del PCC – ottobre 2022).
La Cina ha investito enormemente nelle nuove tecnologie e in intelligenza artificiale, rete 5G, e tecnologia quantistica, divenendo uno dei leader del mercato.
Inoltre, ha promosso programmi come Made in China 2025, i quali hanno spostato una produzione a basso valore aggiunto verso una basata su alta tecnologia e innovazione, con aziende come Huawei, Alibaba, Tencent e ByteDance (TikTok) , in grado di trasformare il panorama tecnologico globale.
La Cina ha costruito infrastrutture globali , come la Belt and Road Initiative (BRI), lanciata nel 2013, forse il più grande progetto infrastrutturale globale mai concepito, e che dà all’Europa, all’Africa e ad altre regioni una rete di infrastrutture terrestri e marittime.
E poi porti, ferrovie, strade e centrali energetiche in tutto il mondo rese possibili grazie alle tecniche ingegneristiche avanzate.
Infine, massicci investimenti sono anche nel settore spaziale, diventando la terza nazione a inviare un rover sulla Luna e la seconda a mettere una sonda su Marte.
Le nuove tecnologie e il modello cinese
La Cina ha un approccio statalista e centralizzato , e sfrutta la tecnologia per alimentare la crescita economica e lo sviluppo del paese. In nome della stabilità sociale, il governo cinese utilizza la tecnologia come strumento di controllo politico, sorveglianza e propaganda.
La Cina ha anche gradualmente assunto il controllo di posizioni chiave nelle organizzazioni internazionali rilevanti, coinvolte nella definizione di standard tra le tecnologie. Consentendo ulteriormente al governo cinese di consolidare in tutto il mondo i suoi standard normativi e le pratiche di sorveglianza, e, con ciò, i suoi valori, in quello che viene così definito come modello cinese , ammirato anche in consessi di potere occidentale.
La Cina ha, poi, sviluppato un sofisticato sistema di sorveglianza digitale e controllo sociale attraverso l’uso di tecnologie come il riconoscimento facciale, l’intelligenza artificiale e i big data . Il sistema di credito sociale, ad esempio, utilizza tecnologie avanzate per monitorare il comportamento dei cittadini e delle imprese, premiando o penalizzando in base alla conformità alle norme sociali e legali.
Infine, la Cina porta avanti anche sperimentazioni nel campo delle BCI e attraverso la Beijing Xinzhida Neurotechnology , società sostenuta dallo Stato, ha messo a punto Neucyber , un progetto apparentemente simile a Neuralink .
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Nuove tecnologie, Russia e paesi emergenti
Ma la lotta per lo sviluppo delle nuove tecnologie va avanti in tutte le zone del globo . Pure per la Federazione Russa, con discorsi del presidente Putin riguardo la loro importanza.
Uno di questi, all’apertura dell’anno scolastico del 2017: “L’intelligenza artificiale è il futuro, non solo per la Russia, ma per tutta l’umanità […] È una colossale fonte di opportunità, ma anche di minacce difficili da prevedere e la nazione leader in questo campo guiderà il mondo ”.
Nel 2019, poi, Putin firma un decreto inerente alla Strategia nazionale per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale fino al 2030.
E nel discorso all’Assemblea generale del febbraio 2023, in vari passaggi menziona l’importanza della ricerca sulle nuove tecnologie e della libertà di creazione per ricercatori e scienziati.
Inoltre, la Federazione Russa ha la sua IA denominata Giga Chat .
Ma altre potenze emergenti si muovono sulla scena delle nuove tecnologie, tra queste l’India.
Questo sia grazie a tanti investimenti delle Big tech sul suo territorio, sia grazie a politiche pubbliche, come con il programma Digital India del governo Modi .
Avanzamenti li riscontriamo anche nei paesi emergenti, con Stati come l’Iran, che aspirano a diventare anch’essi potenza in questo settore nel giro di qualche anno.
Nuove tecnologie, la battaglia del XXI secolo
Dunque gli scenari internazionali sono molto aperti e in evoluzione.
E se da un lato si vanno erigendo due potenze dominatrici, gli USA e la Cina, tante altre sia nel mondo occidentale che nelle cosiddette potenze emergenti , Russia in testa, iniziano anch’esse a dire la loro.
Tutto questo tenendo presente anche una certa extra-territorialità sicuramente del livello digitale, di quello che abbiamo definito come impero del web , e dell’intreccio di questo con il livello politico e istituzionale.
E ciò sempre considerando gli investimenti e il supporto che di converso il livello politico, gli Stati, effettuano nel comparto tecnologico.
Ma questo è il nuovo mondo, questo il XXI secolo!
Roberto Siconolfi, classe ’83, campano, sociologo, saggista, mediologo. Uno dei suoi campi principali di ricerca è il mondo dei media, in tutti i suoi aspetti, da quello tecnico a quello storico e antropologico, fino a giungere al piano “sottile”, “magico”, “esoterico”.