Daniel Casarin – Imprenditore ed analista indipendente, si dedica al mondo della comunicazione, del marketing, del business design e della trasformazione digitale.
Una guida completa e aggiornata per conoscere e mettere in atto le migliori strategie in ambito SEO . Per essere al passo con le nuove tendenze e figurare tra i primi risultati nella SERP (search engine results pages) di Google è necessario elaborare contenuti di valore che mettano l’utente al centro del processo.
Punti chiave dell’articolo:
User experience (UX) è la parola d’ordine per creare una strategia SEO efficace .
In questo percorso è essenziale comprendere l’utente e cosa stia alla base del suo percorso di ricerca
È l’evoluzione che ha caratterizzato e continua a caratterizzare il mondo SEO : documentarsi sulle regole che in passato hanno portato a buoni risultati è fondamentale per comprendere e mettere in atto i meccanismi che attualmente regolano il posizionamento di un sito web
Vi state domandando se nel 2022 stanno emergendo nuovi trend SEO da seguire per ottimizzare il posizionamento del vostro contenuto sulla SERP (search engine results page) di Google?
La risposta è affermativa.
Anche se spesso è difficile predire con esattezza le tendenze future, è comunque possibile carpirle sulla base dei cambiamenti avvenuti in precedenza.
Il nuovo anno si apre all’insegna di svariate novità per quanto concerne i trend in materia di SEO.
Proprio per la natura variabile del mondo digitale, è di cruciale importanza rimanere sempre aggiornati per pianificare una valida strategia di ottimizzazione, che si allinei con gli algoritmi mutevoli di Google.
Pensate che in un anno il colosso di Mountain View ha introdotto oltre 3600 piccole modifiche ai suoi algoritmi.
Sebbene sia importante non dimenticare le regole che hanno dominato la SEO negli ultimi anni, è altrettanto vitale comprendere come stia cambiando questo settore e quali fattori siano imprescindibili per ottenere evidenti miglioramenti nelle performance di ranking e per conquistare la prima pagina di Google.
Se rimane invariata l’importanza di puntare sulle keyword più pertinenti per il nostro contenuto, ci sono oggi molti altri elementi da considerare.
SEO e trasformazione digitale: cambiamenti e sviluppi
SEO sta per search engine optimization, una formula che si riferisce a tutte quelle tattiche e strategie che hanno lo scopo di aumentare la visibilità di un sito web, migliorandone il posizionamento tra i risultati organici (non a pagamento) di un motore di ricerca.
L’ottimizzazione per i motori di ricerca è oggi fondamentale. Aiuta le aziende ad attirare potenziali clienti e a trattenere i vecchi, fidelizzandoli e incrementando il traffico di un sito web.
La SEO registra da qualche anno un’evoluzione costante . Emergono continuamente modalità inedite per aiutare le aziende a migliorare il posizionamento del proprio sito web sui motori di ricerca.
Ecco perché devi continuare ad aggiornarti e a formare frequentemente i tuoi team sui trend che riguardano la SEO.
Solo così potrai fare del 2022 l’anno giusto per vincere con il content marketing.
Ma come approcciarsi a un territorio tanto complesso e importante per il successo di un’azienda?
Partiamo col dire che nel giro di pochi anni la SEO è mutata in maniera radicale.
A questo punto ti chiederai quali sono i fattori che determinano il successo della SEO.
Sostanzialmente due:
Miglioramento degli algoritmi di Google
Ottimizzazione dell’esperienza utente (UX)
Gli algoritmi ricevono migliaia di aggiornamenti durante l’anno e l’esperienza utente (UX) cambia con l’evolversi della tecnologia. Conseguenza di ciò è che i fattori che rendono vincente la SEO si evolvono con grande rapidità.
Anche i fattori che determinano contenuti più ricchi e di qualità mutano.
Seguendo le tendenze SEO che troverai di seguito, potrai ottenere un ranking più elevato migliorando al contempo l’esperienza utente (UX).
Gli algoritmi che supportano la SEO registrano un’evoluzione costante per via dell’innovazione digitale e delle nuove tecnologie che quotidianamente irrompono sul mercato. Restare aggiornati su migliorie e sviluppi dei motori di ricerca è ormai prioritario, anche se non semplice.
I professionisti SEO devono frequentemente aggiornare le proprie conoscenze e competenze. Questo richiede una certa dose di buona volontà e proattività.
Sappiamo tutti che il motore di ricerca più utilizzato su scala globale è Google .
La vertiginosa rapidità con cui quest’ultimo apporta modifiche al proprio algoritmo può spiazzare. Nuovi fattori di ranking intervengono da una settimana all’altra, dando materiale su cui lavorare a chi si occupa di SEO.
Non c’è quindi da meravigliarsi se gli esperti del settore sono costantemente alla ricerca di nuovi trend.
Se ti stai chiedendo se la SEO sarà ancora rilevante nel 2022, la risposta è affermativa e sarà sempre più legata alla user experience (UX).
Dobbiamo solo capire come adeguarci ai suoi rapidi cambiamenti.
Scopriamo insieme nel dettaglio tutti i trend SEO 2022.
In questo articolo ci occuperemo:
Valuta le performance del tuo website
Insieme analizziamo il rendimento del tuo sito web e ti aiutiamo a capire dove migliorarlo.
User experience (UX): il centro del mondo SEO
Adattamento è la parola chiave per chi lavora nel mondo SEO.
E nel 2022, complice la drammatica pandemia da COVID- 19 che ha cambiato radicalmente le abitudini della maggior parte degli internauti, questo concetto è più attuale che mai e strettamente collegato alla user experience (UX).
Ma di cosa si tratta?
Molto semplice: l’utente, le sue esperienze, le sue necessità ma, soprattutto, l’evoluzione del suo comportamento di ricerca, hanno assunto un ruolo di primo piano, diventando il perno sul quale ruotano i nuovi algoritmi di Google per determinare la validità di siti e di contenuti web.
Capire a fondo come ragiona il pubblico target creando contenuti che seguano, in primis, il loro intento di ricerca e rendano ottimale l’esperienza d’uso è una tattica vincente.
Il primo, fondamentale step, dunque, è capire chi sono i propri utenti di riferimento – le cosiddette buyer persona e i motivi (search intent, appunto) per i quali stiano effettuando una determinata ricerca.
Avere chiaro questo obiettivo aiuta a creare contenuti chiari, in grado di rispondere precisamente alle domande del cliente e al perché sia arrivato a consultare una determinata pagina.
“L’utente, le sue esperienze, le sue necessità, l’evoluzione del suo comportamento di ricerca, sono il perno sul quale ruotano i nuovi algoritmi di Google per determinare la validità dei moderni website.”
SEO 2022: quali sono i trend da tenere d’occhio
Non è per niente facile districarsi in ambito SEO. Basta pensare che esistono più di 1,74 miliardi di siti web e sono oltre 200 i parametri di ranking di Google in costante evoluzione, per determinare il posizionamento di un sito web nella SERP .
Conoscere tutti i fattori che entrano in gioco in questo scenario è un buon punto di partenza per mettere in atto un piano SEO efficace.
Se la user experience (UX), già ampiamente considerata in passato nelle strategie di marketing, è sempre più al centro delle tattiche SEO, a questa si affiancano alcuni nuovi trend che nel corso del 2022 giocheranno un ruolo di primaria importanza.
Non ci dimentichiamo che un sito web ben posizionato e user friendly è alla base di ogni buona strategia.
Bisogna tenere in considerazione, come ha sottolineato il SEO trainer Brian Dean, che il 70-80% degli utenti web si concentra sui risultati organici e non su quelli a pagamento.
Addentriamoci nel cuore della questione ed esaminiamo alcuni fattori SEO già presenti da diversi anni in questo scenario composito, ma che nel 2022 saranno da considerare con maggiore attenzione.
1. Intelligenza artificiale, RankBrain e l’apprendimento automatico
Era il 2015 quando ha fatto la sua graduale comparsa RankBrain, parte integrante di Hummingbird, il più complesso e completo algoritmo di Google, in grado di eseguire azioni simili a quelle di un essere umano.
Può apprendere da se stesso e interpretare i dati con un approccio guidato dall’intelligenza artificiale.
Una svolta epocale l’introduzione di RankBrain, che è diventato quello che Google definisce il terzo fattore di ranking più rilevante per le pagine web.
Google RankBrain, grazie a un sistema di apprendimento automatico, machine learning, riesce a ordinare miliardi di pagine conosciute catalogando le più rilevanti per ogni query di ricerca.
È capace di creare autonomamente, senza che qualcuno lo programmi, collegamenti tra le parole e le frasi.
Attualmente, una strategia SEO è efficace se il sito web o il contenuto è ottimizzato per RankBrain.
Ecco di seguito i parametri da controllare per un miglior posizionamento:
Navigazione user friendly
Contenuti ben strutturati in topic cluster
Tempi di caricamento delle pagine
Scrittura più naturale con l’introduzione di Google BERT (bidirectional encoder representations from transformers) un update dell’algoritmo di Google grazie al quale il browser è in grado di comprendere al meglio il linguaggio naturale (natural language processing NLP) degli utenti
Utilizzo di backlink, definiti anche inbound link, link in entrata o link esterni. Si tratta di link che partono da siti esterni e puntano verso il vostro sito web. È un meccanismo molto importante perché Google lo utilizza per comprendere l’autorità di quella pagina.
Considera i backlinks come la reputazione online di un sito Web
Dimensione dei file caricati
Crawlability, ovvero leggibilità del sito web da parte del motore di ricerca
Tempo di permanenza dell’utente sul sito (3 minuti è un buon risultato)
2. I chatbot: un fenomeno che non può più essere sottovalutato
Strettamente connessa all’intelligenza artificiale è l’ascesa dei chatbot.
Nell’era del conversational marketing (approccio al marketing basato sul cliente e sulla costruzione di una comunicazione vincente con esso) i chatbot saranno sempre più una priorità.
Ma cos’è di preciso un chatbot?
Possiamo definirlo come un software conversazionale capace di sfruttare un linguaggio naturale per comunicare in maniera autonoma con utenti che richiedono assistenza su un prodotto/servizio, informazioni o altro.
Frutto dell’AI e del tentativo di sprecare meno risorse migliorando assieme la customer experience (CX), i chatbot possono rispondere in automatico a quanto richiesto dai visitatori del sito web.
Il servizio clienti sarà così proattivo ed efficiente e lascerà ai team di marketing il tempo per dedicarsi ad attività con priorità più alta.
I chatbot influiranno notevolmente sull’esperienza utente (UX), migliorandola. Questo aumenterà il desiderio degli utenti di trascorrere più tempo sul tuo sito web e di conoscere meglio i prodotti e i servizi che offri.
La fiducia di clienti vecchi e nuovi aumenterà, così come vendite ed introiti.
Tieni presente che, nel 2022, i chatbot saranno sempre più smart. Se ben sviluppati potranno decifrare non solo le intenzioni dell’utente, ma anche le sue emozioni.
Per farlo possono seguire le linee guida e le istruzioni impartite dagli sviluppatori o utilizzare i dati di cui dispongono e che continuamente raccolgono dalle conversazioni con gli utenti. Fanno questo attraverso sofisticati meccanismi di machine learning .
L’intelligenza artificiale guida il chatbot, aiutandolo a comprendere meglio contesto e tono della conversazione.
Queste capacità di comunicazione vengono utilizzate principalmente per fornire servizi e risolvere problemi agli utenti. Possono però anche offrire informazioni e consigli personalizzati, ad esempio previsioni del tempo, suggerimenti d’acquisto e simili.
Più i chatbot riescono a simulare una conversazione naturale più sono in grado di migliorare l’UX, a vantaggio del successo aziendale.
In questo la SEO giocherà un ruolo fondamentale. Le figure da coinvolgere per fare della SEO efficace con un chatbot saranno due, un buon programmatore e un eccellente copywriter.
Il primo creerà da zero un software adeguato o farà lavorare al massimo i plugin pre-impostati da alcune piattaforme.
Il secondo avrà la responsabilità di dare vita a un dialogo spontaneo tra chatbot e utente.
3. Costruire una ragnatela eccezionale: SEO e link building
Il link building sarà un elemento importante della SEO anche nel 2022, anche se meno prioritario di un tempo.
Fare link building significa costruire una rete di collegamenti all’interno del sito web o tra un sito web ed altri.
Come sappiamo i link sono alla base stessa del mondo online.
Per gli spider dei motori di ricerca che scansionano continuamente i siti web, i link rappresentano delle indicazioni preferenziali sulla credibilità e l’autorità dei siti web.
Google non solo apprezza i link, ma ne ha bisogno. Lo aiutano infatti a fornire agli utenti le risposte che si aspettano quando effettuano una ricerca.
I motori di ricerca come Google possono scoprire attraverso complesse analisi come e in che modo le pagine presenti sul web sono collegate tra loro. Valutano quindi la quantità e qualità di questi link per definire il ranking e indicizzare i siti web.
Semplificando un poco, i link possono essere distinti in link interni e link esterni.
I link interni servono a stabilire la gerarchia all’interno del tuo sito web. Aiutano Google a capire quali sono le pagine più importanti all’interno di esso e come indicizzarle sulla base di pertinenza e valore in relazione alle altre.
I link esterni rimandano invece a siti esterni.
Più sono autorevoli e più ti aiuteranno a scalare la SERP.
Un buon modo per creare una strategia di link building è utilizzare i post del blog. Ogni volta che crei un post sul blog, assicurati di inserire un certo numero di link interni e esterni.
Creare contenuti di qualità aumenterà inoltre le tue possibilità di ricevere backlink da siti autorevoli, facendoti guadagnare posizioni.
Con il 2012 e l’aggiornamento Penguin, Google ha cominciato a valutare anche la qualità dei link in ingresso e non solo la loro quantità.
Prima faceva esclusivo riferimento al numero di persone o siti che linkavano a quella pagina.
Penguin è arrivato con lo scopo di evitare attività di spam, acquisto sleale di link o scambi tra network che avevano come obiettivo primario quello di scalare il ranking in maniera scorretta.
La SEO evolve a passo spedito, confrontandosi e integrandosi con le continue conquiste della trasformazione digitale. Le aziende devono essere consapevoli di questo cambiamento, guardare avanti e imparare a sfruttare le tendenze emergenti.
4.Indicizzazione degli estratti della pagina: new entry agile del 2022
Da quando sono nati i motori di ricerca, l’obiettivo ultimo della SEO è sempre stato uno: posizionare il proprio sito web al primo posto sui motori di ricerca.
Questo compito è diventato nel tempo più gravoso, anche a causa dei cosiddetti risultati zero-rank (mostrati da Google prima degli altri e messi lì perché rispondono bene a domande frequenti) e di una concorrenza sempre più agguerrita.
Google ha però trovato una soluzione a questo problema, consentendo a un sito di indicizzare un passaggio specifico anziché l’intera pagina.
La novità è arrivata alla fine del 2020, quando il colosso di Mountain View ha annunciato il lancio del cosiddetto passage ranking. Per l’entrata in funzione della funzionalità si è dovuto però attendere ancora qualche mese, fino al febbraio 2021.
Il passage ranking significa che Google non classifica più l’intera pagina ma solo i passaggi che ritiene particolarmente significativi, ovvero quegli elementi del testo (paragrafi, titoli o altro) con un valore particolarmente informativo per l’utente.
L’algoritmo esamina e analizza la pagina cercandone e valutandone prioritariamente gli elementi più importanti. A quel punto la indicizza sulla base della pertinenza tra essi e la query di ricerca dell’utente
È facile dunque immaginare che Google premierà con maggior facilità testi lunghi e ben argomentati.
Si stima che questo nuovo sistema, una volta implementato a livello globale, influenzerà circa il 7% della query di ricerca.
5. Benvenuto MUM
Sebbene ancora in fase di test, il 2021 ha visto l’arrivo di MUM (Multitask Unified Model).
Con il lancio di BERT (Bidirectional Encoder Representations from Transformers) nel 2019, Google è diventato sempre più capace di comprendere l’intento di ricerca degli utenti.
BERT ha lanciato la ricerca vocale e guidato l’ascesa degli assistenti vocali. È grazie a BERT se le persone digitano sempre meno e parlano molto di più.
Ma BERT era solo l’inizio di una grande rivoluzione. Durante la conferenza Google I/O 2021, l’azienda ha annunciato un nuovo modello chiamato Multitask Unified Model, o MUM.
Secondo Prabhakar Raghavan, responsabile della ricerca di Google, MUM è mille volte più potente di BERT e può analizzare video, immagini e testi in ben 75 idiomi, rispondendo in maniera altamente performante a complesse query di ricerca.
In parole povere, MUM può comprendere i sentimenti, il contesto e le intenzioni dell’utente, fornendo risposte pertinenti alla sua query. Con l’aiuto di MUM, gli utenti possono fare meno ricerche per trovare quello che desiderano.
Google fornisce loro i risultati che vogliono attraverso una query o al massimo due.
MUM è inoltre multitasking: gli utenti possono combinare testo, immagini e voce per ottenere risultati rilevanti per le loro query di ricerca.
Un esempio? Immagina di scattare una foto ai tuoi scarponi da trekking e chiedere a Google se puoi usarli per un’escursione sul monte Fuji. MUM analizzerà l’immagine e valuterà in autonomia se possono essere adatti o meno per quel tipo di attività.
Se la risposta fosse negativa potrebbe persino indicarti un eCommerce con una lista di attrezzature consigliate.
Come detto, il 2022 sarà l’anno in cui MUM uscirà dalla fase di test per offrire i primi risultati concreti.
6. Ricerca vocale: è boom con la diffusione degli smart speaker
Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita esponenziale dell’utilizzo di assistenti vocali come Siri, Google Assistant e Alexa.
E le previsioni indicano un trend positivo che, entro il 2022, porterà oltre il 55% delle famiglie ad utilizzare uno smart speaker.
È proprio in correlazione a questa tendenza che la ricerca vocale si sta facendo strada sia nel modo in cui gli utenti cercano le informazioni online sia per i brand che propongono i propri beni o servizi in rete.
Va da sé che ottimizzare i propri contenuti per la ricerca vocale porti ad una migliore rintracciabilità del sito web, sia che la query venga digitata sia che venga pronunciata.
Quali sono i vantaggi della ricerca vocale?
Processo di ricerca più rapido di 3/4 volte rispetto alla scrittura sulla tastiera
Utilizzo di un linguaggio più naturale quasi come se si stesse parlando con una persona reale. Questo implica la necessità di ottimizzare i contenuti SEO con long tail keyword, ovvero parole chiave composte da due o più termini, per ricerche più lunghe e specifiche. Non è raro che nelle ricerche vocali siano utilizzati anche termini tipici delle domande del parlato (perché, quando, come)
Comfort di utilizzo rispetto alla scrittura su tastiere di piccole dimensioni
Diminuzione del tasso di errore rispetto alla digitazione in fase di scrittura
Multitasking , possibilità di eseguire più azioni contemporaneamente alla ricerca vocale
Risultati con una maggiore pertinenza e geolocalizzati in base alla posizione del telefono cellulare . Un plus da non sottovalutare e che influisce sul ranking poiché i risultati sono maggiormente selezionati. Per alcune categorie (hotel, ristoranti) si tratta di una grossa chance di acquisire nuovi clienti
Ricerche più lunghe e complesse poiché l’utente si dilunga con maggiori informazioni
SEO e content marketing B2B
Daniel Casarin – Christian Nerino
7. Mobile First Indexing, la rivoluzione mobile di Google
Nell’aprile 2018, l’avvento del “Mobile First Indexing” rivoluziona il modo in cui Google indicizza i contenuti.
Se prima il desktop era considerata la versione di riferimento per le strategie SEO, ora il motore di ricerca rivolge la sua attenzione principalmente verso il formato mobile del sito web.
Il mobile oggi determina il ranking e l’indicizzazione del dominio.
È importante precisare che se un sito web non dispone di una versione mobile sarà il contenuto desktop ad essere ancora considerato.
È pur vero, però, che la mancanza di un approccio mobile friendly potrebbe impattare in modo negativo sul ranking di quel sito web.
Siamo di fronte ad una vera rivoluzione nel pensiero degli utenti: per navigare sul web, il desktop viene accantonato in favore dello smartphone, in grado di fornire una ricerca più rapida e immediata.
E i dati divulgati dal World Advertising Research Center confermano questo trend: entro il 2025 oltre il 70% degli utenti navigherà sul web esclusivamente con l’utilizzo di dispositivi mobili .
Tenete presente due fattori per essere certi del fatto che la versione mobile del vostro sito web sia ben fruibile:
Velocità di caricamento: non può superare 10 secondi, tempo massimo di attesa prima che l’utente abbandoni la pagina. Per testare i contenuti di un sito web e capire come migliorare la velocità è utile PageSpeed Insights di Google
Mobile responsive: è importante realizzare un’unica versione del contenuto, che si adatti automaticamente al formato dello schermo del device mobile
Tutti i contenuti dinamici si auto ridimensionano a seconda del device utilizzato, che questo sia un telefono cellulare o un tablet.
Un contenuto fruibile sviluppato in tal senso contribuisce a diminuire la percentuale di rimbalzo, ovvero di abbandono del sito web da parte dell’utente.
8. Google EAT: i 3 elementi imprescindibili
Se desideri che Google dia risalto e riconosca il tuo sito web come fonte autorevole per un determinato argomento, è importante che rispetti i criteri del paradigma EAT: expertise (esperienza), authoritativeness (autorevolezza) e trustworthiness (affidabilità).
Questo trinomio, che a breve andremo ad analizzare, è stato estrapolato da “Linee Guida per la valutazione di qualità della ricerca” di Google, un documento di 168 pagine pubblicato nel 2013, grazie al quale i quality rater di Google (persone e non robot) controllano la qualità di una pagina web.
Diamo uno sguardo più da vicino ai tre elementi che caratterizzano Google EAT:
1. Esperienza (Expertise)
Per quanto scontato possa sembrare, è importante che chi scrive contenuti dimostri di possedere molta esperienza in quel determinato campo o disciplina.
2. Autorevolezza (Authoritativeness)
Essere autorevoli significa che un’organizzazione o una persona vengono considerate alla stregua di un’autorità in merito ad un dato argomento se anche altre persone, altrettanto esperte sull’argomento, le reputano tali.
L’autorità si basa sulla reputazione acquisita nei confronti di altri esperti nel medesimo settore . Per valutare questo parametro è sufficiente cercare nel web informazioni sulla reputazione di quel determinato sito web o individuo.
Molto utile è anche affidarsi a recensioni, referenze e consigli di esperti, nonché consultare articoli di settore
3. Affidabilità (Trustworthiness)
Questo concetto risponde alla domanda “Per quale scopo una persona pubblica determinati contenuti?”
È importante che tutto il materiale sia pertinente e veritiero affinché gli utenti ci possano fare affidamento senza incappare in notizie fake, redatte solo per acquisire visibilità.
Per giudicare l’affidabilità di un contenuto si tiene conto sia dei singoli contenuti sia del sito web nella sua interezza.
L’intento di Google è chiaro: preservare gli utenti da notizie false e di scarsa qualità, garantendo che le pagine presenti nella SERP siano attendibili, specialmente se l’argomento trattato rientra in una sfera delicata.
I parametri di Google EAT diventano imprescindibili quando un contenuto ha a che fare con temi che Google definisce YMYL (your money or your life, i tuoi soldi o la tua vita) , ovvero con informazioni che potrebbero impattare sulla sfera personale di ogni individuo in ambito di felicità, salute, stabilità finanziaria e sicurezza.
Affidabilità, lunghezza ma anche profondità dell’argomento trattato, possibilmente ben strutturato e suddiviso in sezioni, sono elementi necessari per coinvolgere il lettore e rendere la lettura di un contenuto più immediata.
9. Long content: l’importanza di scrivere contenuti lunghi
Se è vero che per una buona strategia SEO si devono scrivere contenuti pertinenti e di valore, è altrettanto importante che questi siano anche lunghi e densi di contenuti.
Il report stilato da State of Content Marketing e pubblicato da SEMrush ci fornisce un dato preciso a riguardo: i testi superiori a 3mila parole ottengono il triplo delle visualizzazioni e un tasso di backlink più alto di 3,5 volte .
Affidabilità, lunghezza ma anche profondità dell’argomento trattato, possibilmente ben strutturato e suddiviso in sezioni, sono elementi necessari per coinvolgere il lettore e rendere la lettura di un contenuto più immediata.
Assicuratevi, inoltre, di fare buon uso di backlink che rimandino a fonti pertinenti e autorevoli.
10. Featured snipped, risposte immediate con zero click
I featured snippet, conosciuti anche come snippet in primo piano, sono risultati organici messi in risalto da Google e contenuti in un riquadro nella parte superiore della pagina dei risultati di ricerca.
Comparsi per la prima volta nel 2014, i featured snippet forniscono una risposta concisa ma esaustiva all’utente e alla domanda da lui formulata nella barra di ricerca.
Questo meccanismo permette di ottenere una risposta senza dover cliccare su un risultato e leggerne il contenuto .
Nel riquadro che evidenzia i featured snippet troviamo le informazioni salienti: un estratto della pagina web dal quale è stato estrapolato il contenuto, il titolo, l’url della pagina e un’immagine.
Teniamo presente che gli snippet in primo piano hanno carattere temporale e possono cambiare con cadenza giornaliera.
È intuibile che se Google evidenzia un estratto di una pagina web in uno snippet in primo piano, questo si tradurrà in un aumento significativo di traffico generato al sito web.
Dal 2021 Google sottolinea ancor di più il ruolo fondamentale degli snippet in primo piano , nella cui creazione è bene puntare e utilizzare parole chiave pertinenti e ricerche correlate per mappare il percorso di ricerca di una query degli utenti.
11. Il video: formato per investire e produrre contenuti
Meglio guardare un video della durata di un minuto oppure leggere un testo di 200 parole?
La risposta arriva dai 33 miliardi di visite al mese registrate da Youtube, il sito web più visitato al mondo.
Secondo una ricerca condotta da Cisco, nel giro di pochissimi anni i contenuti video avranno la meglio su tutti gli altri formati in termini di fruizione .
Non è un caso che Google abbia incluso anche i video nei featured snippet.
Questi dati incoraggiano sicuramente la costruzione di una strategia SEO che tenga conto e dia risalto ai video, purché questi siano ottimizzati in termini di contenuto, tag, descrizioni, titoli e trascrizione del parlato per una migliore indicizzazione.
Un esercizio utile se vogliamo ottimizzare un video per Youtube è il seguente: digitate nella barra di ricerca l’argomento relativo al vostro video e osservate i risultati.
Grazie a questo lavoro sarà possibile capire più facilmente l’intento di ricerca dell’utente e il perché sia arrivato al vostro contenuto.
A proposito di video, il 2022 sarà l’anno cruciale per una fondamentale acquisizione di Google.
Il motore di ricerca offre da alcuni mesi la possibilità di indicare dei momenti chiave (i cosiddetti markup) all’interno del video. l markup delle clip rappresentano un modo per informare Google di determinati dettagli sui video. Questi dettagli sono utili per l’indicizzazione dello stesso.
Come funziona il sistema di markup? La clip indicizzata è accompagnata da una linea temporale su cui sono indicati i punti in cui si affronta un determinato argomento o tema . Gli utenti possono saltare da un punto all’altro della linea in base alle loro esigenze e interessi.
Le informazioni sono indicate dagli autori della clip mediante l’inserimento di timestamp (etichette temporali) nella descrizione.
Ma come funziona il markup?
Ne esistono due tipi:
Clip markup. Questo tipo di markup informa Google sul contenuto di un preciso segmento del video o clip. Quello specifico segmento verrà poi analizzato, indicizzato e inserito nei risultati di ricerca di Google, di modo che gli utenti possano atterrare direttamente in quella che per il motore di ricerca è la parte più interessante per ognuno di loro.
Seek Markup. Questa funzione è diventata operativa tra estate e autunno del 2021. È fondamentale per chi ha una grande quantità di video da indicizzare. Se ad esempio gestisci un sito su cui gli utenti possono caricare i propri video, ti serviranno processi di machine learning capaci di analizzare i contenuti dei video individuando i segmenti più importanti per ognuno di essi. Google farà poi il resto del lavoro, indicizzando i segmenti più significativi dei diversi video.
12. Immagini, l’importanza visiva per l’indicizzazione
Così come i video, anche i contenuti visivi sono importanti agli occhi di Google.
Per questo è bene ottimizzare correttamente le immagini all’interno del vostro sito web e della vostra sitemap, così da posizionarvi ai primi posti nella ricerca su Google immagini e migliorare la visibilità complessiva del vostro contenuto.
Non trascurate i dettagli: un’immagine di qualità, pertinente con il contenuto della pagina, rinominata con le keyword corrette e munita di alternative text è fondamentale affinché Google indicizzi al meglio il sito web.
Inoltre, grazie a social media come Pinterest e Instagram, l’utilizzo dei contenuti visivi continuerà la sua crescita anche nel 2022.
13. Keyword correlate: una rete di informazioni per l’ottimizzazione
Non sono importanti solo le keyword principali ma anche quelle semanticamente correlate che, insieme all’intento di ricerca (search intent), contribuiscono a creare una rete di informazioni pertinenti per i motori di ricerca.
In parole semplici vogliamo dire che concentrarsi sulle singole keyword non è più sufficiente. La vera rivoluzione è ottimizzare il proprio contenuto in gruppi di argomenti.
Le parole chiave semanticamente correlate avranno maggiore importanza.
Preso atto del fatto che Google non considera più solo stringhe di parole, analizziamo sempre il contesto della query e capiamo l’intento di ricerca dell’utente : in questo modo otterremo più informazioni pertinenti fornite da parole chiave primarie e secondarie correlate logicamente.
Inoltre, ottimizzate e strutturate i contenuti per cluster di argomenti senza concentrarvi sulle singole parole chiave.
Sono a disposizione di tutti diversi strumenti a supporto di questo processo, come keyword planner tool di Google, in grado di fornire informazioni sul volume di ricerca mensile di ogni keyword.
Come funziona? È bene partire da uno o più termini che descrivano al meglio il contenuto delle pagine da ottimizzare.
Lo strumento suggerirà automaticamente una serie di parole legate alla keyword di partenza.
14. Local SEO, la nuova realtà dominante
La natura globale e inclusiva del web ci allontana un po’ da quella che sta diventando la nuova realtà dominante, quella della local SEO.
Secondo la local SEO, a prevalere sono le ricerche di carattere, appunto, locale, ovvero di beni e di servizi che siano ubicati vicino a noi.
Nella maggior parte dei casi, le persone ricercano negozi, strade o ristoranti, ad esempio, che siano nelle loro immediate vicinanze.
L’evoluzione della local SEO è una conseguenza diretta dell’incremento delle ricerche a zero click, nelle quali la query dell’utente ottiene una risposta attraverso la SERP stessa, senza necessità di cliccare su alcun risultato della pagina.
Questo nuovo processo, che diversi esperti definiscono la nuova normalità, è strettamente correlato all’aumento degli snippet in primo piano.
Diverse ricerche zero-click sono ricerche locali che evidenziano i risultati nella SERP in quello che è stato definito un “pacchetto locale”.
In sostanza, la strategia SEO cerca di ottimizzare il posizionamento di un prodotto quando gli utenti cercano soluzioni all’interno di una determinata posizione geografica o vogliono trovare l’opzione più pertinente all’interno di quell’area geografica.
Questo significa che se una persona esegue una ricerca su Google, ad esempio, di un cinema, la SERP intuisce che probabilmente la persona desideri opzioni vicino alla propria posizione.
In questo senso, la localizzazione dell’utente diventa cruciale per filtrare i risultati nel minor tempo possibile e collocando nelle prime posizioni quelli più calzanti.
Core web vitals: quali sono i 3 fattori per valutare la user experience (UX)?
Nella primavera del 2020, dalle pagine del suo blog ufficiale, Google ha rivelato i “core web vitals”, ovvero alcuni parametri per valutare la user experience di un sito web .
E il 2022 è l’anno nel quale questi fattori diventeranno ufficialmente un parametro di ranking: a pesare sarà proprio l’esperienza dell’utente e l’interazione tra esso e i vari elementi costitutivi di una pagina.
I “core web vitals” fondamentali dell’algoritmo di Google e, dunque, responsabili dell’indicizzazione, sono tre:
LCP (largest contentful paint) si riferisce alle prestazioni di caricamento di una pagina (loading). Per assicurare una user experience (UX) di buona qualità, Il LCP dovrebbe assestarsi entro 2,5 secondi dal primo avvio della pagina
FID (first input delay) , ovvero interattività della pagina, monitora il tempo che trascorre tra la prima interazione dell’utente con un elemento della pagina e il momento in cui il browser risponde. Il parametro imposto da Google è un FID inferiore a 100 millisecondi
CLS (cumulative layout shift) , stabilità visiva del caricamento delle pagine, il cui valore dovrebbe essere inferiore a 0,1.
L’estetica e l’artista, dall’antichità alle IA – Intervista a Luca Siniscalco
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Gli algoritmi di Google non fanno dormire sonni tranquilli: sovvertono spesso gli equilibri e le regole del mondo digitale, rendendo necessaria una costante revisione della propria strategia SEO.
Noi di Adv Media Lab siamo consapevoli di quanto sia importante rimanere aggiornati, creando contenuti di valore, interessanti, che siano ben ottimizzati per i motori di ricerca .
Ed è per questo che puoi rivolgerti a noi per definire e mettere in atto la migliore strategia SEO sulla base delle tue esigenze.
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Accessi al sito web +290%
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Google Page Experience, evoluzione SEO
del 2022
I parametri da considerare per creare una strategia SEO efficace e sempre aggiornata sono davvero molti e in costante aggiornamento.
Per questo lo scenario che si apre davanti a noi è certamente complicato ma anche sfidante e ricco di spunti.
Chi si occupa di SEO sa che l’aggiornamento, la struttura e l’ascolto sono la chiave per il successo online e con i propri clienti, una certezza che si riconferma e si rafforza anche nel 2022.