Roberto Siconolfi – classe ’83, campano, sociologo, saggista, mediologo.
Il mondo dei social network è un interessante campo nel quale poter effettuare esperienze. Esperienze di osservazione della realtà, in ambito psicologico e psicologico-sociale.
Il mondo dei social network rispecchia perfettamente alcune delle lezioni introdotte dalle ricerche di Marshal McLuhan sui media.
Su tutti quella dell’Ego, l’uomo al servizio della sua stessa immagine amplificata: il Narciso 2.0!
Nel dettaglio parleremo di:
Postmodernità e nuova realtà digitale
Unisciti agli oltre 7.500 professionisti che leggono la nostra newsletter per approfondire la comunicazione strategica e la trasformazione digitale!
I media e l’inconscio
I media come amplificatori dell’Ego, e più in generale degli aspetti inconsci della personalità: ecco la lezione di Marshal McLuhan, il quale ne aveva ampiamente parlato attraverso i dati ricavati dal loro uso.
Secondo una serie di ricerche, infatti, vi era una differenza tra l’utilizzo di tale medium tra un russo e uno statunitense.
I due tipi, facevano emergere i loro aspetti “nascosti”, “sconosciuti”, “inconsapevoli”, attraverso determinati modi di rispondere o di comportarsi nell’uso della telescrivente. E quindi l’uno si comportava in un modo e l’altro nell’altro.
Allo stesso modo, esperienza simile sarebbe possibile oggi leggendo i vari comportamenti nell’uso dei social network, e guardando una per una le reazioni dei vari navigatori.
Si possono osservare, infatti, modi di reagire, di comportarsi, atteggiamenti che potremmo reputare “incredibili”. E questo da parte molte volte di conoscenti, e cioè di soggetti che non reputeremmo mai in grado di reagire e atteggiarsi in un certo modo dal vivo.
È in atto una dinamica particolare, dunque, o forse caratteristica e che è tipica del medium e del social network in particolare.
L’estetica e l’artista, dall’antichità alle IA – Intervista a Luca Siniscalco
I media e l’Ego
Dunque, stesso discorso vale per una specifica componente dell’inconscio, del mondo sconosciuto e inconsapevole, e cioè l’Ego.
McLuhan porta a riguardo il mito di Narciso, il quale a sua detta non ama la sua immagine specchiata nell’acqua divenendo così “egoico” e narcisista (2008, pp. 58-63). Bensì vede nella sua immagine in acqua qualcos’altro. Non si riconosce, non comprende che l’acqua è un medium nel quale si riflette egli stesso, scindendosi e sdoppiandosi.
Per McLuhan, Narciso non riesce a sopportare lo shock dell’acqua come medium della sua stessa immagine e dunque si “autoamputa”!
Di lì in poi McLuhan diventerà “servomeccanismo” (cit.) della sua stessa immagine.
E l’Ego è servito, nel senso letterale del termine: l’uomo diventa servo inconsapevole di una sua stessa sovrastruttura, del suo stesso Ego.
L’uomo diventa servo inconsapevole di una sua stessa sovrastruttura, del suo stesso Ego.
Social network e l’Ego nell’uomo comune
È possibile osservare questo “effetto” tecnico del medium nella realtà dei fatti? Certo, e a cominciare proprio dall’uomo comune e dal suo rapporto con i social network.
È possibile riscontrare, infatti, l’innumerevole mole di fotografie che riempiono le bacheche dei social network più comuni.
Su tutti il fenomeno dei selfie, che sempre più prende ragazze e ragazzi, in una spropositata smania e voglia narcisistica di apparire, in continuazione, foto su foto, volto su volto, corpo su corpo.
È una vera e propria dipendenza, la dipendenza dal like, dalla visualizzazione, una dipendenza che più che servire se stessi, sembra servire qualcos’altro, quella che è appunto la propria immagine riflessa, l’entità creata dal medium ibridato alla propria psiche.
Ecco il servomeccanismo di Narciso: essere servitori della propria immagine e del proprio Ego!
Ma tale condivisione di immagini non coglie soltanto il lato estetico, del viso o corporeo, ma anche altri momenti, quelli più insignificanti talvolta, e talvolta condivisi in continuazione, senza un preciso raziocinio e scopo.
Foto di piatti culinari, di scene insignificanti della giornata, talvolta dei propri “figli” – cosa abbastanza pericolosa laddove si tratti di minori –, una smania di condividere, mostrare, apparire. Persino il lutto, la morte, il sentimento privato è ora fenomeno online!
L’uomo comune è egli stesso un Vip, un uomo del quale importa tutto a tutti, indiscriminatamente, e in continuazione!
Aumenta il potenziale della tua azienda.
Un messaggio alla volta.
Social network e l’Ego nell’uomo importante
Nell’uomo importante, nella persona famosa, nel Vip si direbbe o meglio nell’influencer, taluni di questi effetti sono più visibili, forse “molto” più visibili.
I livelli di fama, i riscontri “positivi” alla propria attività internettiana, aumentano in maniera esponenziale quest’effetto “tecnico” del medium: l’aumento dell’Ego.
È chiaro, infatti, che laddove l’importanza, la fama, del soggetto sia già di un certo tipo, la tecnologia-mediatica per tutta quella serie di caratteristiche descritte in precedenza, produca effetti ancora più grandi, evidenti, distorcenti.
Nell’uso dei social network, inoltre, è riscontrabile, un ancora più insidioso e penetrante “effetto Ego”, rispetto a medium quali le televisioni o il cinema e i personaggi che dominano le scene all’interno di essi.
Ciò è dato dal contatto diretto con il pubblico, un contatto costante, immediato, quasi di persona, seppur virtuale, e ciò favorisce inevitabilmente la vicinanza tra il pubblico e il soggetto, e dunque anche l’aumento di emozionalità, di trasporti che potremmo definire come si direbbe in psicologia di”trasfert”[2].
Da questo punto di vista, la bolla “emotiva”, per così dire, la massa energetica in movimento, in passaggio dal pubblico al soggetto è molto forte, grande, intensa e dunque lo scarico relativo in Ego è allo stesso modo forte, grande e intenso.
Il Vip, l’influencer, e chiunque abbia fama sui social (che sia per aspetto estetico, che sia perché nel mondo dello spettacolo, che sia per motivi di ambito culturale, artistico, sportivo, giornalistico), è inevitabilmente esposto al rigonfiamento dell’Ego.
E un Ego gonfiato ha bisogno di alcuni riguardi, di alcune “cure”, di alcuni “antidoti”.
“Solo un’opportuna consapevolezza, del funzionamento del medium innanzitutto, e del proprio Io in seconda o forse in prima battuta, è la chiave di volta per non cedere alle seduzioni dell’Io innanzitutto e del medium in seconda battuta.”
Social network e governo dell’Io: l’antidoto
“Il governo dell’Io come unica soluzione all’insieme di effetti e contro-effetti dei media e dei social network”.
Solo un’opportuna consapevolezza, del funzionamento del medium innanzitutto, e del proprio Io in seconda o forse in prima battuta, è la chiave di volta per non cedere alle seduzioni dell’Io innanzitutto e del medium in seconda battuta.
Sapere che quello che si difende con le unghie e con i denti sul web, sui social network, talvolta, non è il proprio Io, ma la sovrastruttura costruitasi grazie al medium. Un’escrescenza, un ingigantimento del proprio Io, il proprio Ego.
Ed è notabile, come talvolta, a sentirsi sotto attacco, a sentirsi ferito, sia proprio l’Ego, e non vi sia un reale attacco alla persona in questione.
E dunque saper discernere, cosa sia colpito o meno, ma soprattutto, tenere a bada tutti i processi vari di gonfiamento dell’Io, del proprio Ego. Riuscire a “vedere” quando tale conformazione, sovrastruttura, escrescenza va sempre più a ingigantirsi e non farsi trasportare da questo ingigantimento, e a non far coincidere, “sovrapporre” tale sovrastruttura con il proprio Io reale.
Tutto ciò sulla base di uno sviluppo intelligente ed emotivo, secondo una metodologia che sempre più entra nei percorsi formativi, personali ma anche scolastici, e che più in generale e in maniera più completa attengono al mondo delle scienze dello spirito – se ne parla in maniera esaustiva in questo articolo.[3]
Solo un’accurata conoscenza di sé stessi, della realtà e del funzionamento del medium favorisce un’opportuna navigazione, un opportuno “utilizzo” dei suddetti mezzi, ancor di più alla luce di una fama personale e di una forte esposizione ad essi.
Bibliografia
McLuhan M., Gli strumenti del comunicare . Il Saggiatore, 2008.
[1] Il subconscio rappresenta le zone al di “sotto” della propria soglia cosciente, mentre l’inconscio quelle completamente sconosciute. I due concetti sono spesso usati come sinonimi.
[2] Prendendo spunto dalla psicanalisi: proiezione, trasporto, di sentimenti, idee, modi di pensare verso il soggetto in questione da parte di un suo follower.
[3] La proiezione mentale del tuo Io digitale [parte 2]
Social network ed Ego: vuoi sapere quali sono i vantaggi derivanti da questo nuovo connubio?
Postmodernità e nuova realtà digitale
Unisciti agli oltre 7.500 professionisti che leggono la nostra newsletter per approfondire la comunicazione strategica e la trasformazione digitale!