Roberta Maria Randazzo – Interessata alle neuroscienze, alle emozioni e al pensiero sistemico. Grazie allo studio di psicologia, informatica, comunicazione visiva e linguaggio umano, ha sviluppato competenze trasversali preziose.
È possibile progettare e creare sistemi informativi per supportare lo sviluppo del potenziale umano e creare impatti positivi per il futuro? Possiamo cambiare i paradigmi di sviluppo dal superamento delle barriere verso una percezione e un impatto positivi per tutti gli stakeholders?
La tecnologia interattiva oggi è onnipresente e influenza le pratiche quotidiane di molte persone in tutto il pianeta. Stando ai dati aggiornati al 2021 più di quattro miliardi e mezzo di persone, ovvero il 59,5% della popolazione mondiale, dispone di una connessione a Internet ; il numero di utenti di telefonia mobile è ancora più alto: più di cinque miliardi di persone possiedono un telefono cellulare (o smart).
Sebbene le tecnologie interattive della nuova era offrano comodità ed efficienza, il contributo complessivo al benessere è oggetto di dibattito.
Alcuni sottolineano come queste tecnologie abbiano la capacità di informare, liberare e arricchire la nostra vita. Altri suggeriscono che le stesse tecnologie possano essere viste come un ostacolo e una minaccia per l’autoregolazione dei comportamenti, in quanto troppo spesso impoveriscono le nostre esperienze alimentando paure, dipendenze o comportamenti negativi simili.
In effetti, fino a poco tempo fa, la ricerca si era concentrata sullo sviluppo di tecnologie orientate ad alleggerire gli esseri umani da compiti indesiderati, con minore attenzione agli artefatti utili per promuovere componenti positivi verso il benessere e la felicità.
Nel dettaglio parleremo di:
Postmodernità e nuova realtà digitale
Unisciti agli oltre 7.500 professionisti che leggono la nostra newsletter per approfondire la comunicazione strategica e la trasformazione digitale!
Cos’è il positive computing
Il positive computing denota la progettazione e lo sviluppo di tecnologie a supporto del benessere e del potenziale umano al fine di migliorare la vita degli individui, della società e del pianeta.
L’idea iniziale del positive computing è stata ripresa dai ricercatori nel campo della progettazione (positiva) per quanto riguarda l’interazione uomo-computer e i suoi effetti.
Tuttavia, le potenzialità del positive computing vanno oltre l’interazione uomo-computer e dovrebbero piuttosto essere intese come un paradigma di ricerca e sviluppo.
I miglioramenti nell’efficienza e nell’efficacia sono attualmente obiettivi e risultati chiave in molte aree di ricerca orientate alla digitalizzazione dei sistemi aziendali e informativi. Una prospettiva più ristretta è ad esempio rappresentata dai modelli di valutazione della soddisfazione dell’utente.
Al contrario, il positive computing dà la priorità a un’interpretazione più ampia dei risultati di ricerca e comprende parametri come la qualità della vita o il benessere.
Le migliori strategie CRM per la crescita dell’azienda
Positive computing: obiettivi e approcci
L’obiettivo specifico del paradigma del positive computing è quello di enfatizzare i risultati e gli impatti positivi delle tecnologie. Mentre le prime applicazioni erano dirette verso aspetti di progettazione e interazione uomo-computer, le potenzialità del positive computing sono molto più ampie.
Nell’ingegneria aziendale e dei sistemi informativi digitali, così come nelle discipline gestionali, i miglioramenti sono in molti casi legati all’efficienza e all’efficacia del lavoro svolto in quanto è stato dimostrato che l’equilibrio tra lavoro e felicità dei dipendenti può migliorare i sistemi e gli obiettivi commerciali.
Di conseguenza, i metodi di valutazione del successo stanno iniziando a cambiare, spostando l’attenzione sui benefici sociali e su un modo socialmente responsabile di fare impresa.
Inoltre, le tecnologie che si integrano in modo non intrusivo nelle nostre attività quotidiane sono anche riconosciute come sistemi potenzialmente utilizzabili in modo più positivo.
Il positive computing comprende concetti, processi e sistemi che contribuiscono alla qualità della vita e al benessere degli utenti e delle persone in generale. Gli obiettivi sono ad esempio il potenziamento di saggezza ed equilibrio, benessere psico-fisico, intelligenza emotiva ed empatia.
A tal fine gli studiosi si affidano ad un approccio olistico centrato sulla persona , che si basa sugli aspetti cognitivi, emozionali e affettivi, oltre che ergonomici.
Il positive computing comprende concetti, processi e sistemi che contribuiscono alla qualità della vita e al benessere degli utenti e delle persone in generale.
Breve storia della psicologia positiva
Le origini del positive computing risiedono nella psicologia positiva di Seligman e Csikszentmihalyi che rappresenta un allontanamento dall’orientamento al deficit in psicologia.
Nella prima metà del ‘900 la psicologia si è focalizzata sullo studio del lato oscuro della mente e sin dai tempi di Freud gli psicologi si sono concentrati su tutto ciò che affligge le persone come l’ansia, la depressione, la nevrosi, la psicosi, l’isteria (giusto per citarne alcune).
A partire dalla seconda metà del secolo scorso alcuni studiosi, tra cui lo psicologo statunitense Abraham Maslow (noto per aver creato la piramide dei bisogni ), misero in dubbio questo campo di indagine.
Di seguito un estratto dal libro Motivazione e personalità (1954) di Maslow:
«La scienza della psicologia ci ha rivelato molto sui difetti dell’uomo, le sue malattie, i suoi peccati, ma poco sulle sue virtù, sulle sue aspirazioni realizzabili e sulle potenzialità della mente. È come se la psicologia si fosse volontariamente limitata a metà della sua legittima giurisdizione».
Da questa nuova scia di pensiero, alla fine degli anni ‘90, lo psicologo Martin Seligman sancisce ufficialmente la nascita della psicologia positiva e apre la strada a una più profonda comprensione dei determinanti del benessere psicologico. Questa nuova prospettiva teorica mira a enfatizzare i potenziali degli individui e si concentra sull’esplorazione delle condizioni che promuovono il benessere delle persone.
Così l’interesse generale per la psicologia positiva è cresciuto enormemente e oggi sempre più persone cercano informazioni su come diventare più realizzati e raggiungere il loro pieno potenziale.
Qual è il ruolo del benessere?
Secondo la ricerca scientifica le persone con un livello di benessere più elevato hanno più successo in domini della vita come la salute, il reddito, le prestazioni lavorative e le relazioni sociali.
Diversi studi hanno dimostrato che le emozioni positive aiutano le persone a costruire risorse psicologiche e sociali, ad aumentare la resilienza, l’efficienza lavorativa, a tenere lontana la depressione , supportando una migliore salute fisica e di conseguenza una maggiore longevità.
Il benessere gioca un ruolo essenziale. Pertanto, un approccio negativo – che si concentra sul trattamento di tratti psicologici indesiderati – dovrebbe essere integrato da un approccio positivo – mirato al rafforzamento delle potenzialità.
Aumenta il potenziale della tua azienda.
Un messaggio alla volta.
Positive computing: sviluppi attuali
Una sfida importante per la psicologia positiva è stata lo sviluppo di metodi e tecniche per interventi efficaci che comprendessero la valutazione dei risultati legati al rafforzamento delle potenzialità positive.
Le tecnologie dell’informazione possono contribuire in molteplici modi per raggiungere questo obiettivo. In quanto strumenti che consentono interventi controllati e metodi di valutazione basati su dati reali, le tecnologie dell’informazione sono in una posizione unica per aumentare su scala globale il benessere, assistendo gli individui in modo efficace, scalabile ed eticamente responsabile.
Negli ultimi anni, le aziende e gli sviluppatori, comprendendo l’importanza di incorporare i principi del benessere nella progettazione di sistemi interattivi , hanno posto l’attenzione a come le tecnologie dell’informazione e della comunicazione potrebbero essere progettate per servire meglio la ricerca umana di felicità.
La progettazione di tecnologie che supportano le azioni e le interazioni umane comprendono pertanto un approccio positivo che si concentra sul miglioramento delle capacità umane e un approccio negativo, incentrato sull’alleggerimento da compiti umani indesiderati.
Campi applicativi
Poiché il concetto è così vasto, i possibili domini di applicazione sono sfaccettati: esempi sono lo studio delle conseguenze emotive dell’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, così come la creazione di applicazioni e tecnologie per l’assistenza sanitaria, l’istruzione, il campo aziendale e il benessere dei dipendenti.
Ad esempio, una tendenza di ricerca riguarda lo studio dei social media, non solo per l’impatto che hanno sulla vita delle persone , ma anche perché le stesse condividono sempre più attività che riguardano benessere e aspetti della propria salute.
In generale i ricercatori cercano di chiarire come la progettazione e l’uso delle tecnologie dell’informazione (tenendo conto ad esempio delle caratteristiche dei diversi target) si relazionano al benessere e alla qualità della vita e in che modo possono essere utilizzate per promuovere le potenzialità di queste persone.
Dalla teoria ai fatti
Un modo per guidare e informare la progettazione è utilizzare gli indicatori di benessere identificati nella ricerca sulla psicologia positiva.
A proposito, Seligman e Csikszentmihalyi hanno chiarito come gli aspetti negativi e positivi dovrebbero essere bilanciati: ricorrendo a un’analogia semplicistica con la meccanica newtoniana, la retrazione di tratti psicologici indesiderati può neutralizzare l’accelerazione di un individuo verso una direzione indesiderata nella vita, ma il movimento effettivo in una nuova direzione può essere ottenuto solo aggiungendo energia alle potenzialità che possono superare l’inerzia e portare a una direzione desiderata.
Ad esempio, nel settore sanitario sono state realizzate applicazioni per gli anziani per migliorare i contatti sociali virtuali, ma anche faccia a faccia. Questo include l’uso di tecnologie (come il riconoscimento vocale/gestuale o monitoraggio dello stato di salute) per il supporto degli stessi, al fine di intervenire tempestivamente anche in caso di bisogno.
Come secondo esempio, Superbetter, un’azienda dell’Illinois, ha sviluppato un gioco mobile personalizzabile, con l’obiettivo di rafforzare la resilienza delle persone: i giocatori possono selezionare e completare le sfide in quattro categorie che sono state definite dalla ricerca per supportare la resilienza e promuovere salute e benessere, quindi forza sociale, emotiva, mentale e fisica.
In generale, sono stati avviati vari progetti di ricerca e iniziative che affrontano le questioni relative agli obiettivi posti dal positive computing:
Ubiquità e dati sulle nostre emozioni , comportamenti, relazioni che consentono la contestualizzazione, la personalizzazione, la persistenza e la persuasione (ad esempio verso scelte più sostenibili e sane)
Creazione di mondi aumentati e virtuali aperti alla diversità e alla partecipazione. A tal proposito di recente si discute molto del lancio di Meta, tra fan e acquirenti, altri specialisti sostengono che la realtà aumentata troverà applicazioni migliori. Lascio ai posteri l’ardua sentenza
“Il benessere gioca un ruolo essenziale. Le emozioni positive aiutano le persone a costruire risorse psicologiche e sociali, ad aumentare la resilienza e l’efficienza lavorativa.”
L’evoluzione nelle aziende
Una questione chiave per le aziende, da cui è necessario partire, è quella di creare processi che includano un impatto positivo sia per la stessa organizzazione che per i singoli stakeholder.
Da un punto di vista organizzativo ciò significa che è necessario progettare a priori strategie che valorizzino il benessere dei dipendenti e si concentrino sulla rilevanza di quest’ultimi nelle prestazioni organizzative.
Dal punto di vista del processo è importante considerare gli effetti e gli impatti dei cambiamenti: ad esempio, per l’adozione di nuovi sistemi, sarà necessario includere solo quelli che garantiscano o migliorino il benessere dei partecipanti.
Gli aspetti relativi al benessere potrebbero fornire una nuova base per indicatori chiave di prestazione che consentono di controllare la qualità dei processi. Inoltre, il processo complessivo deve seguire un paradigma diverso: invece di affrontare le barriere, il rifiuto e le paure, un approccio positivo deve essere utilizzato fin dall’inizio.
Una domanda fondamentale di ricerca che deve essere affrontata è quindi: come è possibile creare cambiamenti indotti dalla tecnologia che migliorino la situazione dei dipendenti e siano percepiti come positivi?
Progettazione e sviluppo del sistema
Per lo sviluppo dei sistemi un paradigma positivo simile deve essere esplorato e preso in considerazione nella pratica: dovrebbero essere affrontate diverse fasi e livelli dei processi di sviluppo.
Nelle fasi iniziali si dovrebbe tenere conto di quali aspetti possono contribuire al benessere degli attori. Ciò significa che non solo i requisiti di processo e di sistema (come gestione e organizzazione del lavoro), ma anche i requisiti esterni (come ad esempio lo stile di vita dei dipendenti) devono essere orientati verso la creazione di esperienze sane e positive.
Nelle fasi di progettazione successive dovrebbe essere considerato come creare interazioni positive e interfacce utente percepite positivamente.
L’intero processo progettuale dovrebbe essere riconsiderato a partire dalla progettazione della strategia e del processo fino al design dell’interazione. Ciò comporta sfide sia per la prospettiva teorica e metodologica, sia per la ricerca orientata al design e lo sviluppo pratico.
Da un punto di vista organizzativo è necessario progettare a priori strategie che valorizzino il benessere dei dipendenti e si concentrino sulla rilevanza di quest’ultimi nelle prestazioni organizzative.
Conclusioni
Lo scopo di questi nuovi paradigmi è quello di sfruttare la tecnologia per migliorare la qualità dell’esperienza personale con l’obiettivo di aumentare il benessere e generare punti di forza e resilienza negli individui , nelle organizzazioni e nella società.
Pertanto, il positive computing comprende concetti, processi e sistemi che contribuiscono alla qualità della vita e al benessere degli utenti. L’obiettivo è anche quello di contribuire alla creazione di un linguaggio condiviso per tradurre la conoscenza multidisciplinare in metodi di ricerca nuovi, pratici ed efficaci orientati a migliorare il benessere di individui, gruppi e comunità.
Infatti, sebbene questo sia un campo di studi nuovo, nasce da una storia più profonda : i decenni tra il 1950 e il 1990, hanno visto la creazione e il fiorire di collaborazioni tra molte discipline tra cui linguistica, neuroscienze, psicologia, filosofia e scienze cognitive , aprendo la strada a una nuova era di possibilità nella progettazione di attrezzature, sistemi e metodi di lavoro che migliorano il comfort, la salute, la sicurezza, l’affidabilità e la produttività.
Se la tecnologia deve essere reclutata nel tentativo di migliorare il benessere, allora abbiamo bisogno di nuove partnership tra psicologi, scienziati sociali, designer e ingegneri.
Un ampliamento dell’interdisciplinarità della progettazione tecnologica consentirà sia di comprendere meglio l’impatto psicologico e comportamentale delle nuove tecnologie e applicazioni, sia di sviluppare le aspettative di base per la loro progettazione e implementazione.
Postmodernità e nuova realtà digitale
Unisciti agli oltre 7.500 professionisti che leggono la nostra newsletter per approfondire la comunicazione strategica e la trasformazione digitale!
Bibliografia
Calvo, R. A., Vella-Brodrick, D., Desmet, P., & Ryan, R. M. (2016). Editorial for “Positive computing: A new partnership between psychology, social sciences and technologists”. Psychology of Well-being, 6(1), 1-6.
Calvo, R. A., & Peters, D. (2017). Positive computing.
Proceedings of the 2017 CHI Conference Extended Abstracts on Human Factors in Computing Systems. Published.
Calvo, R. A., Vella-Brodrick, D., Desmet, P., & M. Ryan, R. (2016). Editorial for “Positive Computing: A New Partnership Between Psychology, Social Sciences and Technologists.” Psychology of Well-Being, 6(1).
Faust, J. (2009). Positive design. Journal of the American Society for Information Science and Technology, 60(9), 1887–1894.
Fredrickson, B. (2009). Positivity: Groundbreaking research reveals how to embrace the hidden strengths of positive emotions, overcome negativity and thrive. InterAction, 1(89).
Grossi, G., Lanzarotti, R., Napoletano, P., Noceti, N., & Odone, F. (2020). Positive technology for elderly well-being: A review. Pattern Recognition Letters, 137, 61–70.
Lyubomirsky, S., King, L., & Diener, E. (2005). The Benefits of Frequent Positive Affect: Does Happiness Lead to Success? Psychological Bulletin, 131(6), 803–855.
Pressman, S., & Cohen, S. (2005). Does positive affect influence health? Psychological Bulletin, 131, 925–971.
Pawlowski, J. M., Eimler, S. C., Jansen, M., Stoffregen, J., Geisler, S., Koch, O., Müller, G., & Handmann, U. (2015). Positive Computing. Business & Information Systems Engineering, 57(6), 405–408.
Riva, G., Baños, R. M., Botella, C., Wiederhold, B. K., & Gaggioli, A. (2012). Positive Technology: Using Interactive Technologies to Promote Positive Functioning. Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking, 15(2), 69–77.
Sander, T. (2010). Positive Computing. Positive Psychology as Social Change, 309–326.
Seligman, M. E. (2008). Positive health. Applied Psychology, 57, 3–18.
Seligman, M. E. P., & Csikszentmihalyi, M. (2000). Positive psychology: An introduction. American Psychologist, 55(1), 5–14
Tarafdar, M., Darcy, J., Turel, O., & Gupta, A. (2015). The dark side of information technology. MIT Sloan Management Review. Published.
Shu, L., Xie, J., Yang, M., Li, Z., Li, Z., Liao, D., Xu, X., & Yang, X. (2018). A Review of Emotion Recognition Using Physiological Signals. Sensors, 18(7).